Finisce l’estate. C’è ancora il sole, ma non scalda più come prima, si esce la sera, ma si porta la felpa. Si accorciano le giornate, ricominciano le serie tv, il campionato ed è il momento dei buoni propositi dopo gli eccessi estivi. Settembre non è né estate, né inverno, è quel periodo di pausa che ci è stato regalato per avere il tempo di riprenderci dal caldo estivo. Non è vero che non ci sono più le mezze stagioni. Il 31 agosto è ancora estate. Il 1° ottobre è praticamente già inverno. Settembre è la mezza stagione che ci è rimasta.
Un mese magico anche per la pesca alla trota: è come una corsa in bici, settembre è l’ultimo chilometro, devi dare il massimo, perché restano soltanto cinque fine settimana da dedicare alla ricerca della regina del torrente, per poi lasciarla riposare fino alla prossima primavera. I colori  di questo mese sono meravigliosi, tutte le tonalità del giallo, arancio e rosso fanno da cornice ai nostri spot nei quali scorre quell’acqua cristallina e fresca che ci ha stregato da sempre, perché possiamo dirlo la pesca è bella tutta in tutte le sue sfaccettature, in tutti gli ambienti, ma noi pescatori di trota siamo tra i privilegiati.

La magia di settembre è dovuta dal fatto che possiamo sbizzarrirci con tutte le esche in nostro possesso. Settembre è il gran finale, le trote sono attivissime e affamate. Nella pratica della pesca con esche artificiali possiamo spaziare dalla gomma, non tanto per andare a invogliarle, ma solo per cercarle nelle buche più profonde, all’impiego di hard bait anche di misure generose. L’assetto è sempre lo stesso: canna corta 6 piedi (182 cm) per gli ambienti più impervi, 7 piedi (213 cm) per i torrenti più aperti e puliti. I corsi d’acqua che prediligo si caratterizzano per una vegetazione selvaggia e incontaminata, fatta di felci e rovi aggrovigliati, per i quali si rende necessaria un’attrezzatura minimal fatta dell’essenziale; gilet, guadino e canna.

Come anticipato in questo ultimo mese potremmo utilizzare tutto il nostro campionario di esche artificiali. Le indiscusse soft bait, che trovano il loro momento di gloria durante la prima primavera, le possiamo utilizzare ancora per sondare le buche più profonde alla ricerca delle big.

Ottimi risultati sono assicurati dalle stick worm nella misura di 5,5 cm, accoppiate a piccole jighead nel peso di 1/16 oz (1,80 grammi) e 1/32 oz (3,6 grammi); fondamentale per il corretto utilizzo di questi artificiali è l’impiego di una girella tripla con moschettone, in modo da evitare il danneggiamento del filo dovuto alla continua rotazione dell’esca, che la rende irresistibile.

Le Hard Bait che hanno fatto da protagoniste nel periodo estivo continuano la loro supremazia anche nel fine stagione. Particolare attenzione deve essere data alla scelta dei minnow più appropriati. Oltre a considerare la taglia delle trote che popolano lo spot prescelto, dobbiamo esser certi che il minnow sia in grado di reggere la corrente, in modo da rimanere in asse così da svolgere al meglio il movimento per cui è stato progettato.

Ormai diventata legge in numerose regioni, ma anche dove ancora non lo fosse, vi consiglio di sostituire le ancorette con ami senza ardiglione, in questo modo aggiungeremo un tassello in più per il corretto C&R. Probabilmente le prime volte andrete a vuoto nelle ferrate, slamerete pesci nella fase di recupero, entrerà nella vostra testa che il problema è l’amo senza ardiglione. Superata questa fase che è normale per tutti non troverete più differenza, anzi sarà più immediata la fase di rilascio, non vi si attaccherà più quella fastidiosa ancorina ai vostri vestiti, ma soprattutto tutelerete ulteriormente i vostri torrenti.

 

Fondamentali sono i rotanti, che nonostante il passare degli anni, restano intramontabili, rappresentando  una certezza tutto l’anno,  con le loro vibrazioni e i loro flash.  Speso, permettono di stanare le trote più agguerrite nei “fondi bozzo” e nelle “sassaie”con attacchi violenti e decisi. Altre volte, in giornate di sole, il mitico “cucchiaino” si dimostra risolutivo, facendogli tagliare il torrente e passandolo dietro ad ostacoli e rocce. D’altra parte, per ogni pescatore un po’ navigato, rimane indiscutibile il fascino del metallo, non a caso il rotante è sicuramente il primo artificiale utilizzato nella storia di tutti gli spinner e probabilmente quelle che ci ha regalato più catture e forse le più belle.

 

FRANCESCO MONI