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Come tutti gli agonisti, quello di rappresentare la propria nazionale in un mondiale è un sogno per il quale si fronteggiano molte competizioni nella vita. Anche quest'anno, come da sette anni a questa parte, io ed Ivano siamo stati onorati di far parte del gruppo degli azzurri che, non senza sacrifici ed impegno, cercano ogni anno di rappresentare il proprio paese al meglio.
La XVII edizione del mondiale di carpfishing si è svolta dall' 8 all'11ottobre 2015 in Spagna nello splendido scenario del leggendario fiume Rio Ebro.
E’ difficile parlare di fiume per quanto riguarda il Rio Ebro, in quanto le sue caratteristiche rimandano più ad un grossissimo lago, in quanto la corrente non crea problemi all'azione di pesca essendo pressochè assente.
Il campo gara situato nel paese di Caspe ha offerto scenari mozzafiato, con panorami caratterizzati da una rada sterpaglia ed una terra rossa, che di per se racconta da sola il clima del posto.
Dopo un lungo viaggio in furgone, arrivati sul luogo della competizione, il clima amichevole con le altre nazioni l'ha fatta subito da padrone. In competizioni come questa infatti, lo spirito agonistico lascia spazio al fair play, simbolo che il nostro è uno sport sano.
Arriva così il giorno del sorteggio e il viaggio nel box che ci vedrà costretti alle prossime 72 ore di gara.
Il settore B ci vede in una postazione centrale, situazione non molto vantaggiosa, ma non ci demoralizziamo e dopo una attenta analisi della conformazione del fondale, decidiamo la distanza di pesca, senza tralasciare il fatto di avere un leggero dislivello sulla parte sinistra del box a circa 120 metri di distanza.
La pasturazione avviene prevalentemente con pellet al pesce, in quanto il luogo in questione è da molti anni frequentato da carpisti ma anche da pescatori di siluri e l'esca principe ormai da anni è il pellet. Ci affidiamo al classico e collaudatissimo pellet Marine Halibut di Dynamite Baits, sicuri di non sbagliare, grazie al suo grande potere attrattivo.
Le prime ore di gara ci vedono subito a segno con la cattura di alcuni esemplari; circa ogni tre ore riusciamo a portare a guadino qualche splendida carpa regina, dalla tipica livrea del luogo.
Anche le altre nazioni catturano e purtroppo la taglia dei pesci degli avversari sembra essere maggiore, facendoci perdere posizioni in classifica.
I tre giorni di gara continuano con una buona frequenza di catture, ma è soprattutto durante la notte che riusciamo a portare il maggior numero di pesci sulla bilancia, mentre nelle altre postazioni tutto si ferma. In questo modo riusciamo a tenere testa a postazioni migliori come quelle esterne al settore.
La pasturazione è frequente e massiccia e probabilmente grazie ad essa durante la notte riusciamo a mantenere il pesce in zona più a lungo di altri.
L'ultima mattina le classifiche ci vedono in quarta posizione molto distanti dalla coppia di inglesi in prima posizione, apparentemente irraggiungibili, mentre siamo in gioco con Croazia, Austria e Russia rispettivamente seconda, terza e quinta.
La strategia è sempre la stessa per tutta la gara visti i buoni risultati, utilizzare una esca bilanciata al pesce accompagnata da un sacchetto in pva contenente pellet. Vista la notevole distanza di pesca, il tutto viene presentato con una ormai conosciutissima PVA bomb, che ci permette di essere sempre in pesca ed avere la massima garanzia di attrattività sull'innesco.
Viste le poche ore di gara rimanenti e coscienti che nei giorni precedenti, quando alle prime luci del giorno iniziavamo nuovamente a pasturare, per qualche ora il pesce si fermava, probabilmente disturbato dal rumore, decidiamo di non pasturare ulteriormente, se non con un paio di kg di pellet lanciati con lo spomb, in modo di essere sicuri di avere per un pò ancora del nutrimento sul fondale.
L'intuizione è stata giusta, in quanto abbiamo evitato il solito calo di partenze avuto nei giorni precedenti.
Tuttavia la sera precedente avevamo abbondantemente pasturato, probabilmente più degli altri, ed eravamo fiduciosi sul fatto che il fondo fosse ancora ricco di pastura nonostante le numerose partenze notturne.
A circa due ore dalla fine della gara poi, la svolta finale. Improvvisamente dopo un rilancio sono iniziate a partire le canne con un ritmo impressionante, una partenza ogni 10 minuti circa l'una dall'altra, consentendoci di portare a guadino ben nove pesci con un peso complessivo che ci ha fatto schizzare in vetta alla classifica raggiungendo e superando il team inglese.
Una grande prova la nostra, sicuramente preparata nei minimi particolari insieme a tutta la squadra. Una strategia di pesca vincente grazie anche all'uso di ottimi prodotti e alla tenacia dimostrata durante le fasi di pesca.
72 ore di competizione indimenticabili che ci hanno permesso di avverare un sogno.
Negli ultimi 3 mondiali io ed Ivano abbiamo fatto parlare di noi, riuscendo a portare a casa ben 3 premi nelle ultime 3 competizioni. Una medaglia di bronzo individuale nel 2013 in Portogallo, la coppa del pesce più grosso nel 2014 in Italia ed ora una medaglia di argento individuale in Spagna.
Un grande traguardo per noi che ci riteniamo ugualmente due pescatori qualunque; due pescatori con i piedi per terra, ma che continuano a dare il massimo quando sono chiamati a farlo.
Un ringraziamento va come sempre a tutti i nostri sostenitori, al team Tribal Shimano, ai compagni di nazionale , ma soprattutto ancora una volta alle nostre famiglie che con sacrifici ci aiutano a coltivare questa nostra passione.
Alessandro Crosato - Team Tribal Italia Shimano