Pubblicato il 08-01-2017 in Tutorial

Cefalopodi d’inverno

Di Antonio Varcasia

Sebbene tradizionalmente il periodo di pesca dei cefalopodi coincida con quello autunnale e per le seppie anche con quello primaverile, chi va per mare sa bene come questi affascinanti animali siano presenti tutto l’anno presso le nostre coste, a profondità variabili e con una intensità variabile certamente, ma comunque rimangono una presenza pressochè costante. Personalmente il mio periodo preferito per praticare l’eging alla ricerca sia di seppie che di calamari, da terra o dalla barca, è proprio questo, ovvero quello che va da Dicembre fino a tutto Gennaio. I calamari si sono da tempo portati sul lungo costa ed è possibile insidiarli anche di giorno, sebbene spesso la notte vadano a caccia piu indisturbati. Questi animali hanno finito il loro ciclo riproduttivo, si accrescono e possono raggiungere taglie davvero interessanti ed essere molto divertenti con diverse tecniche. Dato il periodo, utilizzo quasi esclusivamente la misura grande, con colori di fantasia e chiari o UV di notte, e naturali in acqua chiara o prima del crepuscolo, perché in questo periodo voglio selezionare la taglia e inoltre lanciare il più possibile. Le esche da EGI hanno una loro scala di misura convenzionale, ad esempio, sono maggiormente usate le misure 2,5, 3 e 3,5 egi, che corrispondono a 7,8, 9,5 e 10,7 centimetri, per un peso rispettivamente di 11,5, 15 e 21 grammi.

shimano egixile

 

A spinning utilizzo una canna che possa assecondare le fughe e gli attacchi di questi cefalopodi, ovvero preferibilmente progressiva e mai troppo rigida. Amo pescare di notte e quando posso, nelle giornate di alta pressione, mi trattengo fino a tardi, pescando su fondali misti, ovvero dove la sabbia sia inframezzata da poseidonia e roccette. E’ in genere proprio su queste strutture che i calamari amano stazionare in agguato alla ricerca delle loro prede. Un’alternativa, meno romantica ma ugualmente efficace sono porti e porticcioli (antemurali esterni), dove sia consentito pescare. Le fonti luminose attraggono indirettamente i calamari perché questi amano stazionare nelle zone d’ombra per predare latterini e minutaglia attirata dalla luce. In queste condizioni, sebbene i cefalopodi secondo molti ricercatori abbiano un apparato visivo molto ben sviluppato ma con una percezione dei colori “sui generis”, scelgo le colorazioni che possano presentare un maggiore contrasto nell’ambiente in cui pesco. Quindi colori sgargianti, ho un debole per arancio, bianco e tutto ciò che richiami l’attenzione in maniera forte, non importa se naturale o meno. Alcuni brevetti come il “keimura” che polarizzano i raggi UV, possono aumentare questa visibilità e quindi darci una mano nella ricerca dei predatori. L’introduzione dei rattle nelle Egixile 4x4 è a questo proposito un altro passo avanti, in quanto sollecitiamo l’interesse dei cefalopodi attraverso un altro senso. Questo può essere molto interessante quando oltre alle condizioni di luce scarsa, abbiamo anche delle condizioni di acqua torbida. Questo discorso vale anche per la ricerca delle Seppie. In questo periodo ce ne sono di meno, ma è possibile anche qua trovare quelle davvero grosse. Rispetto all’autunno e alla primavera sono spesso piu lente e meno reattive e occorre “lavorare” con pazienza.

shimano egixile

La seppia possiede la capacità di muoversi nella colonna d’acqua utilizzando le peculiarità della sua conchiglia (l’osso di seppia), costituita di un materiale chiamato aragonite, ossia di carbonato di calcio e dotata di una struttura costituita da minuscole concamerazioni che la seppia può riempire o svuotare di aria o acqua, variando in questo modo il suo equilibrio idrostatico in modo da avere un assetto neutro, per poter nuotare, o negativo per nascondersi nel fondo (possono infatti seppellirsi completamente nella sabbia). Questa caratteristica unica della seppia ci serve per capire come questo cefalopode si muova e anche eserciti la sua attività predatoria, di fatto in maniera più lenta e molto più attaccata al fondo rispetto a suoi simili, come il calamaro. Questo aspetto spiega perché ad esempio l’azione di pesca generalmente debba per forza essere più lenta e soprattutto a “pettinare il fondo”.

shimano egixile

Diversi studi hanno dimostrato come di fatto le seppie non abbiano la capacità di percepire i colori ma nonostante questo siano capaci ad esempio di polarizzare la luce e quindi di poter vedere molto bene anche in condizioni di luminosità scarsa, in particolare di enfatizzando il livello di contrasto. Studi scientifici hanno dimostrato come questi cefalopodi siano capaci di rilevare una soglia di contrasto pari al 15%, decisamente maggiore di quella dell’occhio umano che è del 2%.

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Quanto appena detto sulla capacità visiva della seppia mette una serie di interrogativi non indifferenti come ad esempio la scelta dell’esca. Sebbene ognuno di noi abbia il suo “colore preferito” per l’eging a questo cefalopode, vale la pena considerare come per questi ultimi più che “colore” si tratti di una combinazione di contrasti fra varie tonalità di grigio, bianco e nero che la rendono in circostanze di luce ben precise, più o meno adescante. Cosi come possiamo provare ad esempio colorazioni di fantasia che fino ad ora abbiamo scartato ma che viste in questo senso possono invece essere vincenti. L’utilizzo di Egi provvisti di rattle si è rivelato anche con questa specie interessante, e a mio parere maggiormente che col calamaro, proprio perché la seppia ha una minore mobilità, è un po’ piu lenta e a differenza del calamaro predilige stare in agguato piuttosto che inseguire dei pesciolini.

Ah, e poi d’inverno ci sono anche i totani giganti… altra malattia!!! Ne parliamo la prossima volta! :-D

Antonio Varcasia

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