Pubblicato il 15-04-2016 in Tutorial

Rapala, ambienti e situazioni: La spiaggia

Lo spinning in mare, se condotto dalla riva, richiede una notevole elasticità mentale e un grande spirito di adattamento per affrontare situazioni che possono variare sia sotto l’aspetto della morfologia della costa, sia per quanto concerne la mutevolezza delle stagioni e dell’ambiente marino. I Rapala per uso saltwater sono stati ideati proprio col proposito di affrontare tutte queste mutevolezze nel modo migliore, sia che si peschi da una piatta spiaggia che fronteggia bassi fondali sia che si affronti una scogliera ripida e poco accessibile che precipita in un abisso. 

Allo spinner che punta ai predatori marini resta l’arduo compito di analizzare l’ambiente costiero per cercare di capire quali sono i carnivori presenti e dove possono trovarsi. Una volta fatta l’analisi, occorrerà selezionare il tipo di Rapala più adatto alla bisogna.

Di seguito passeremo in rassegna le situazioni ambientali che più spesso si presentano e quali tipi di Rapala possono funzionare in questi luoghi: arenili sabbiosi, scogliere, porti, foci di fiumi, lagune.

La spiaggia
Gli arenili sabbiosi sono un ambiente interessante e produttivo ma spesso di difficile interpretazione per chi pesca a spinning. Nell’affrontare le spiagge, infatti, il pescatore spesso prova un senso di smarrimento dovuto all’assenza di punti di riferimento che lascia in un primo momento disorientati. Per questo motivo sono tanti, fin troppi, gli anglers che tendono a evitare la spiaggia per concentrarsi in zone rocciose o foci di fiumi tradizionalmente frequentate da spigole, serra e carangidi vari. Eppure anche questo ambiente all’apparenza “piatto” e poco entusiasmante per la pesca sa regalare bellissime catture, a patto di saper integrare la tecnica pura e semplice con lo studio e l’analisi di tutti i fattori che concorrono a rendere una spiaggia appetibile al pascolo per i pesci. È inoltre importante studiare i venti e le maree, pressioni atmosferiche ed abitudini di pascolo, elaborando quelle che sono le regole di questo ambiente.



Possiamo suddividere le spiagge in tre tipologie in base alla diversa struttura della loro componente principale: la sabbia.
Granelli di diametro superiore a un millimetro sono identificati come “grana grossa” e danno origine ad una spiaggia profonda con una energia molto marcata. Le spiagge profonde hanno un gradino di battigia molto accentuato e vicino alla risacca; sono ottime durante le scadute, quando la forza dei marosi tende a diminuire e tutti i pesci, predatori e non, si avvicinano alla battigia in cerca di nutrimento.
Granelli di sabbia di 0,5-0,8 mm di diametro caratterizzano le spiagge a grana media e ad energia minore.
Granelli di sabbia da 0,3 mm caratterizzano invece le spiagge basse e a bassa energia di onda. Nelle spiagge basse si produce il rimescolio dei microrganismi anche con la sola azione della marea o con poco vento.

Anche gli strati di sovrapposizione del fondo sabbioso sono importanti, i grani fini si posizionano sopra gli strati di sabbia media e grossa e ospitano gli organismi che rappresentano la base della catena alimentare: molluschi, anellidi, frammenti e detriti di cibo, tutta pastura ricercata dai grufolatori come mormore, saraghi, triglie e cefali che sono le prede preferite dai nostri amati predatori. Ogni spiaggia è formata e resa viva dal moto ondoso, e diventa quindi importante capire come si forma un’onda: essa è formata da un cavo e da un dosso che sono rispettivamente la parte più bassa e quella più alta raggiunta dalla superficie dell’acqua nel suo ritmico saliscendi. La distanza tra cavo e dosso si chiama “altezza d’onda”, mentre la distanza tra due dossi si chiama “lunghezza d’onda”. Quando l’altezza dell’onda è superiore alla profondità della spiaggia l’onda non frange (non genera schiuma), ma quando nel suo avvicinarsi alla riva l’onda trova una profondità inferiore alla sua altezza d’onda è qui che il dosso si appuntisce fino a frangersi rovesciandosi in avanti, generando turbolenza e schiuma.
La zona dal punto di frangimento alla battigia è detta “surf zone” , ed è la zona più agevole da raggiungere con le esche artificiali; qui si concentra la ricerca della spigola e del pesce serra in caccia di grufolatori, granchi e piccoli pesci nell’acqua torbida. Certe spiagge chilometriche possono apparire molto omogenee nella struttura, ma in realtà celano, poco al largo, alcune differenze morfologiche che dovremo individuare per evitare di perdere tempo prezioso.

I Rapala per la spiaggia
Caratteristica importante per tutti i Rapala da “surf-zone”, è la capacità di reggere e nuotare correttamente in presenza di forti correnti: le frangenze producono vortici ed accelerazioni importanti, capaci di far perdere l’assetto a minnow ben palettati ma non correttamente bilanciati. Inoltre, le correnti presenti nel gradino di risacca sono vorticose e destabilizzanti, ma è proprio in quella zona che avvengono più spesso gli attacchi da parte delle spigole e presentare un minnow in
perfetto assetto di nuoto è quindi fondamentale.
Nelle spiagge profonde, poiché il fondale aumenta velocemente oltre il frangersi delle onde, possiamo usare con successo tutti quei Rapala dotati di timone lungo di profondità, come il MaxRap nella versione Fat Minnow, oppure il Magnum nella versione Floating che, tra tutti i Magnum, non scende a profondità troppo elevate. Quest’ultimo, tra l’altro, essendo galleggiante tenderà a risalire durante le pause di recupero, evitando di incagliarsi sul fondo man mano che esso raggiunge la riva.
Nelle spiagge basse i Rapala non devono affondare troppo nelle fasi di recupero, per cui servono modelli con un timone poco sviluppato che li faccia viaggiare a mezz’acqua. I MaxRap nelle varie versioni funzionano a meraviglia; questo Rapala, tra l’altro ha una silhouette molto slanciata che favorisce le gittate, grazie anche al meccanismo interno Max Cast che stabilizza la bilanciatura nel lancio.

Dalla grande leccia al serra
I predatori che frequentano gli arenili sabbiosi sono abbastanza numerosi e tutti insidiabili con i nostri Rapala saltwater. Al primo posto c’è la spigola della famiglia dei Serranidi, in costante inseguimento di muggini o piccole anguille tra le schiume della risacca.
Anche il pesce serra, della famiglia dei Pomatomidi, famoso per il suo modo di amputare chirurgicamente le sue prede ed i terminali di nylon, lungo le spiagge compare spesso non lasciandosi sfuggire imitazioni di cefali o aguglie. Nulla di meglio, quindi, che proporgli un MaxRap di generose dimensioni oppure il Rapala Sliver.
Tra i predatori più grandi vanno ricordati i Carangidi rappresentati da lecce amia e lecce stella, insidiabili a galla con grossi jerk Rapala o con popper tipo Rapala X-Rap Pop, assieme a isolati casi e situazioni di catture di lampughe e tunnidi sulle profonde spiagge della costa calabrese dello Jonio. Ma la spiaggia è frequentata anche da predatori minori come le occhiate o i sugarelli che attaccano i Rapala nelle versioni più piccole.