Pubblicato il 29-04-2016 in Magazine

Rapala, ambienti e situazioni: La foce

Rapala in foce

La foce di fiumi grandi e piccoli rappresenta un altro hot spot che va tenuto presente tutto l’anno. Essa, sia di tipo a delta, ossia con ramificazioni del corso d’acqua sia di tipo a estuario, con un unico canale che scarica in mare, rappresenta un punto di contatto tra due condizioni molto differenti: l’acqua dolce si mescola a quella salata dando vita a una zona dalla salinità intermedia, la cui superficie può variare in funzione della portata del fiume e dell’effetto delle maree. A noi interessa soprattutto sapere che il flusso d’acqua dolce e le correnti che si vengono a creare in foce innescano una catena alimentare molto complessa e varia; la quantità di pastura disponibile per il pesce foraggio e per i cosiddetti “grufolatori” è abbondante tutto l’anno, e ciò attira in zona una moltitudine di pesci predatori, prima tra tutti la “regina” spigola. Predatori che ne approfittano, compiendo scorribande ai danni di cefali, latterini, donzelle ed altre specie minori. Il cefalo, in special modo, è presente in foce in ogni stagione e al suo seguito la spigola, che spesso risale il fiume alla ricerca della sua preda preferita. Cefali e spigole sono infatti due specie “eurialine”, in grado cioè di sopportare un differente grado di salinità e, quindi, di risalire il fiume anche per diversi chilometri.

Il primo passo da compiere quando si affronta la foce di un fiume consiste nell’esaminare con spirito critico la morfologia delle sponde. Queste possono presentarsi incanalate da argini costituiti da massicciate alte che possono comprendere anche zone di ormeggio oppure rimanere naturali con rive in terra e una folta vegetazione. In ogni caso, per quanto riguarda i fiumi italiani esse danno sbocco su fondali sempre morbidi di sabbia fine, la cui estensione verso il mare aperto può variare negli anni in funzione delle piene del fiume e dei giochi che la corrente marina compie su tali bassi fondali. In periodi di secca prolungata del fiume potremo assistere al blocco totale del flusso di corrente da parte di imponenti masse sabbiose e il punto di uscita dell’acqua dolce si localizzerà dove l’acqua avrà la forza di rompere la “diga” temporaneamente creatasi. Qualunque sia il punto o la direzione d’uscita del flusso della foce, esistono sempre degli spot che vanno immediatamente individuati, in quanto le correnti che si vengono a creare attirano il pesce foraggio, i pesci grufolatori e quindi anche i carnivori. Un ottimo spot da sondare con metodo è la cosiddetta “corona”, il confine che si viene a creare tra l’alveo del corso d’acqua e il mare vero e proprio. Si presenta con un salto marcato di profondità causato tra il flusso d’acqua dolce in uscita e il moto ondoso del mare ed è spesso individuabile da riva dalla presenza di risacca e piccole onde. Altri spot interessanti sono le zone di ricircolo, aree di superficie variabile che si sviluppano lateralmente alla corona e adiacenti al flusso di uscita. La fascia d’acqua poco turbolenta che si sviluppa trattiene in circolo nutrienti e detriti, i quali a loro volta attirano il pesce foraggio e predatori di varie specie. Ricordiamo, tuttavia, che le regole impongono di pescare ad almeno 150 metri dallo sbocco del fiume nel mare.

 

BIG RAPALA PER BIG PREDE

Proviamo con artificiali XL per battere il record 


Le foci costituiscono il crocevia di passaggio di pesci grandi e piccoli. In relazione alla stagione e al livello del fiume, potremo trovare pesci preda di taglia, ormai adulti, fattore che condiziona la caccia dei pesci carnivori, che diventeranno selettivi solo su prede di una certa dimensione. Diamo quindi spazio ai Rapala scelti nelle misure maggiori, come i MaxRap da 15 e 17 centimetri, oppure gli X-Rap Saltwater da 12 e 14 centimetri. Aerodinamici e pesanti, perfettamente bilanciati, questi Rapala raggiungono ottime distanze e ci permettono di arrivare al largo, dove il fondale aumenta e il predatore attende grosse prede.