Pubblicato il 24-02-2014 in Magazine

Rapala Adventure - La Lacustre del Garda

La lacustre del lago di Garda è una trota particolare, una trota che non è stazionaria ma che va avanti e indietro alla ricerca del suo pranzo: una trota velocissima, una trota forte, una trota furba! È un pesce dalla forma affusolata, come un missile siluro, snello, magro e dalla grossa testa, con grandi mandibole e grossi denti…

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Di un grigio luccicante, pochi puntini neri e ventre bianchissimo, le sue pinne sono perfette, grandi. La pinna caudale, quella dietro, è molto grande e serve a darle una grande spinta: è il suo timone e le fa compiere veloci manovre. Che altro dire? È una trota diversa dalle altre: è più vicina a un salmone che a una trota di fiume. E la sua forza è davvero memorabile.

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Due le modalità di resistenza alla ferrata: la partenza dritta anche a sgusciare fuori dall’acqua e la classica piroetta su sé stessa, l’arrotolamento per liberarsi. Si nutre prevalentemente di altri pesci e non ha paura delle dimensioni della preda, ma attacca decisa anche artificiali grandi.

Il luogo di pesca

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Il luogo classico è quello dove c’è più pesce foraggio o dove alcune prede vengono in frega o cacciano a loro volta, lontano dalla riva, dove il fondale scende gradualmente. A 40-50 metri dalla riva, dove fanno le loro rotte per spostarsi avanti e indietro nel lago in cerca di prede, le trote seguono i banchi di pesce foraggio, di alborelle e lavarelli. In inverno le troviamo sotto il pelo dell’acqua, difficilmente in profondità, e le si vede a volte cacciare fino a riva, all’alba. Ma al primo sole si allontana e non vi fa ritorno fino a sera. L'estate le troviamo invece più al centro del lago, in cerca delle acque più fredde e profonde.

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Con cosa l’ho pescata?

Iniziamo dalla canna, una 2,70 m in due pezzi. La potenza di lancio è 10-30 g, Questo tipo di casting mi permette di sentire meglio anche gli artificiali che pesano meno di 10 g, e di lanciare fino a 15 g.
Ho usato una Shimano Technium DF M 10-30, La canna deve assorbire bene i colpi e non perdere mai la tensione.

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Ponderare l’attrezzatura alla preda è importante, e questo i pescatori più esperti di noi lo sanno sempre.
Il trecciato e non il nylon (per me), perché vado più lontano con un diametro inferiore e ho una maggiore resistenza. Ho l’immediatezza della abboccata (fondamentale), faccio lavorare meglio il mio artificiale perché lo sento, ma devo stare attento agli scogli sul fondale che posso trovare.

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Uso Power Pro di colore verde. L’assenza di memoria e di allungamento ti aiuta molto in questo tipo di pesca.
Perché non il nylon? Mah, perché, sulle lunghe distanze, l’allungamento ti fa perdere la sensibilità all’abboccata, al tuo artificiale e alla ferrata. Non basta? Rispetto al trecciato la resistenza al nodo è minore. Che vogliamo fare? Lo vuoi perdere questo pesce?

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Il mulinello
È importante, basilare. Deve essere di buona resistenza e durata, fatto a posta per contenere una buona metratura. La misura minima che consiglio è un 3000 o 4000, caricato con almeno 120 m di buon trecciato.
Gli artificiali
Uso esclusivamente minnow Rapala, dai 9 ai 12 cm e oltre a volte.
Da prediligere artificiali veloci che hanno una buona lanciabilità, perché bisogna andare lunghi. I miei modelli preferiti sono i Flat Rap, X-Rap Countdown e Bx Minnow Balsa Extreme.

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Livrea molti dicono che sia ininfluente, io dico che scelgo sempre una livrea simile al pesce che vado a cacciare o al suo pesce foraggio e ho fiducia della mia visione.
Il Rapala è un artificiale fantastico, ma ha due segreti, a mio avviso. Il primo è che la varietà non è a caso: Countdown, Flottant, Balsa Extreme, Scatter, X-rap. Sono artificiali diversi che lavorano in modi diversi, e conoscere come funzionano aiuta a capire cosa ti serve. Gli artificiali Rapala lavorano a profondità massime e minime stabilite: prestaci attenzione! Il secondo segreto è che questi minnow vogliono essere animati dalla tua mano e dalla tua creatività: a questo punto diventano infallibili.

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Le minuzie che fanno la differenza
Le ancorine, le girelle i moschettoni, il nodo… Pensa a quanto sarebbe brutto perdere un pesce perché un’ancorina si rompe, o un nodo cede, o si apre un moschettone (se lo usi). Pensa che lì è solo colpa tua, perché non hai dato peso alle minuzie.

Il risultato!
Il risultato di tutto questo impegno, dedizione, passione, sopportazione e pazienza è la cattura.

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Il sogno che si realizza: prendere una trota lacustre con una canna e un pesce finto; fregarla con un pezzo di balza (con rispetto) e poi lasciarla ritornare al suo ambiente.
Di seguito alcune delle catture di questo mese e dello scorso anno. Prima di lasciarvi alle foto un ringraziamento ai Rapala, perché mi hanno permesso di prendere questi pesci stupendi, e a Nicola, che è un compagno di pesca formidabile e una persona vera e corretta. Ultimo, ma non ultimo, vorrei ringraziare mio padre, che mi ha attaccato questa passione che non si lava via e mi spinge ogni volta a insistere e non mollare. Grazie a tutti, ma questo è solo l’inizio, in attesa del pesce della vita!


Alessio Turriziani


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